lunedì 18 agosto 2008

SoF: malinconia post-rientro

Nei momenti di nostalgia come questi bisognerebbe essere scrittori, poeti, per far fuoriuscire, esprimere i proprio sentimenti e liberarsi
altrimenti questi fuoriescono solo in lacrime. Questo è uno di questi momenti, nei quali la musica, una canzone, può aiutarti, ma solo a versare lacrime, perchè in essa ritrovi il tuo stato d' animo, e quindi quella voce che rituona dalle casse è una voce amica, che condivide con te ciò che ora provi, ma che non ti può consolare, solo ti ricorda che non sei l' unico al mondo con un problema, che quel problema non ha colto solo te, che come te tanti altri soffrono ed hanno sofferto per qualcosa di simile, altri per qualcosa di ben peggiore, eppure vanno avanti, come va avanti il mondo. Un tempo il viaggio al difuori del nido familiare lo vedevi come il sintomo di una cattiva convivenza nel nido, "chi viaggia tanto è perchè fugge da qualcosa, perchè in casa non si trova bene" dicevi, ed ora sei tu stesso che viaggi, e viaggeresti, pur provando nostalgia della famiglia; perchè non è così, non si tratta di non trovarsi bene in un ambiente, niente di tutto ciò; ed allora ti vedi a ritrattare le tue convinzioni, con te stesso cavia delle tue riflessioni. Semplicemente vuoi andare, perchè in quel luogo hai trovato il tuo perfetto ambiente, o almeno, un ambiente nel quale per 10-15 giorni non ti stuferesti mai, e ci vai, ma poi torni, e quando ritiri il bagaglio all' aereoporto vuoi andare al monitor a vedere se c'è un aereo in partenza per la tua provenienza. Ma se non ti bloccano i soldi, ti blocca il nido, che ti chiama a se; come dirglielo? Come spiegare ai tuoi che gli vuoi bene, che ti mancano, ti sono mancati ed in qualsiasi altra occasione simile ti mancheranno, ma che hai veramente un bisogno fisico di andare? Che quasi se non vai tu muori; muori dentro. Che se ora sei qui a sfogarti su questo ruvid pezzo di foglio quadrettato, o a battere su questa tastiera sporca di briciole ed illuminata da una piccola torcia, è solo perchè non hai avuto il coraggio di dirglielo? Come fai a dirgli che tu quelle persone, che sono magari poche, che hai conosciuto lì e con e quali hai trascorso questi giorni, non le vuoi perdere, e che se resti qui, se non torni, le perdi? Come fai a dire questo? E come fai a non darti dell' irresponsabile e dell' esagerato? Ed allora rimani lì, a muoverti dal divano alla sedia, a pensare ed a cercare di non pensare; sterilizzare i sentimenti, sentirli riaffiorare alla prima distrazione, sentirli affondare la lama nelle viscere e bloccarti lo stomaco. Che ci fai tu qui? E perchè questa improvvisa apatia verso quel luogo che tu fin da bambino dicevi di non voler mai abbandonare, di non sentirne il bisogno? Perchè fino a 3 mesi fa non te ne saresti mai andato se non per brevi scappatoie, perchè ti sembrava ci fosse tutto, ed ora vedi tutto privo di stimoli, dalla spiaggia alle persone? Cosa è cambiato? E cosa vuol dire quando lì, a 800 km da casa, ti senti a casa, padrone del luogo come se da sempre fossi stato lì? E perchè dopo una bella vacanza devi soffrire nel suo ricordo?

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